The Full Monti

un anno fa, circa…

Oggi, mentre scrivo queste righe, ottobre 2012, sembra trascorso davvero tanto da quei giorni di dicembre 2011.
Ricordo che moltissimi nel web, ma anche fuori, mi chiedevano con un ghigno sarcastico: che farai ora, che farai? Senza quel teatrino che vi facilitava il lavoro, voi satirici che farete?
Lo dicevano come ci godessero. E questi erano quelli che ti volevano bene, mica gli altri!

Non c’era ipocrisia in codesti, è solo che noi ci si gode quando si prospetta la possibilità di vedere qualcuno sbattere il culo in terra. Chiunque sia. Amico o nemico. Meglio amico, a volte.
È un tratto del nostro carattere nazionale. Un nostro modo per sentirci uniti, vicini, uguali.

Com’è andata a finire?
È andata che meno di un anno con Monti mi sono divertito più che in due con Berlusconi.
Berlusconi e i berlusconiani erano come affetti da una malattia satirica autoimmune. Erano già loro stessi satira di costume.
Credetemi, come autore satirico/umoristico è stato difficile, si rischiava sempre di finire a imballarsi fuori giri. O di risultare bacchettoni e moralisti.

Non che dopo si sia passati dal carnevale di Rio a un ricevimento all’ambasciata Danese nell’Inghilterra vittoriana.
Sì, Mario Monti ha uno stile e un’ironia che evoca quello scenario, ma lui è uno, noi siamo di più, e noi siamo quell’altri. I Fiorito, i Formigoni, i Lavitoli (plurale, sì), i Renzi (singolare, lui), i Marchionne (anche lui sì). No, ovvio, ci sono anche belle persone tra noi, e sono i più, ma non hanno dovuto ripiegare nella politica per farcela nella vita.
Quindi, pur con un lieve cambio di registro in finezza, la materia base su cui ho svignettato è rimasta la stessa.

Devo dire che il Prof. Mario m’ha intrigato da subito. L’ironia mi conquista, m’ammalia, e lui è ironico e sottile come non ricordavo forse dai tempi di Andreotti, o Luciano Salce (anche se tutti e tre hanno stili diversi).
Dice: sei tu che lo subisci così. No, ho prova che non sono solo io a incantarmi a ‘sta malìa. Oggi il Governo Monti nei sondaggi non gode di gran favore da parte degli italiani, ma lui, Mario Monti, ha indici di gradimento che neanche Hannah Montana.
Come si spiega? Si spiega col fatto che lui è lui, affascina, anche se sta portando avanti paro-paro il programma del PDL (cazzo ve lo ricordate il PDL?), comunque sia dicevo, Egli T’Affascina, T’Accìde con Style, e tu muori un po’ ammirato, e non ci sono altre chiacchiere.
In un certo senso anche Silvio Berlusconi aveva ‘sta magia, no? Poi l’hanno lavato in acqua calda…
Sempre leggere l’etichetta.

Ho adorato disegnare Berlusconi Premier, e oggi adoro disegnare Mario Monti Premier. Così come riuscii a creare il mio Silvio, non c’è voluto molto per creare il mio Mario.
Somigliano agli originali, non somigliano agli originali, fregancazzo: sono loro e non sono loro. Sublimazioni, proiezioni.
Illazioni grafiche.
Mi diverte così, e se mi diverte, è pagato.

A proposito dei tre argomenti appena citati (Monti, Berlusconi e Pagare), in questo librone qui c’è tutti e tre

The Full Monti è un diario grafico satirico. Un anno vissuto ironicamente, potrei dire. Raccoglie tutte le mie vigne pubblicate sul Post di Luca Sofri (benemerito) da settembre 2011 a settembre 2012, più un lungo off-topic che qui non vi dico. Inoltre, come nel precedente volume Post Coitum, le vigne le ho tutte telegraficamente datate e commentate per contestualizzarle, che non abbiate a dire ma di che straminchia sta parlando in questa vignetta di ottobre scorso, che non mi ricordo neanche se avevo una casa di fronte al Colosseo o ci abitavo  proprio a mia insaputa? (nel Colosseo n.d.a)

Al solito, quando rileggo le mie storielle montate su carta in un continuum, esse acquistano il valore di racconto unitario che nel web non avevano. Non è come sfogliare una serie di barzellette, ma è come leggere una storia, anzi una Storia. Ogni cosa è conseguente, ci sono interpreti, c’è una trama, ci sono i tormentoni, i colpi di scena, una cronologia significante. C’è tutto ciò che rende un libro un libro.
Oltre la carta, dico. Carta come si deve, solida, bianca, naturale, non robina patinata (m’escono le bolle solo a nominarla la patinata), vabe’, conoscete le mie fissazioni per la tipografia. Perciò duecentoquaranta pagine di qualità a colori, formato 16×30 cm che formano una bella mezzanella spessa, praticamente una mensola Lack dell’Ikea.

Dice, lo voglio!
E va’ all’Ikea.
Dice, no, lo voglio il libro!
Va bene, t’accontento: dal 31 ottobre lo trovi in libreria a soli 19 euro (ma Rizzoli in quel periodo e fino al 27 novembre, ha una promozione con sconto del 25% sui libri, quindi si fa l’affare, poi torna a prezzo pieno), oppure lo prenoti scontato già da adesso qui su Amazon.
OPPURE
come chi sa, sa, io ho sempre concordato con l’editore una tiratura di 200 copie per gli aficionados, da arricchire con uno sfizio mio e distribuire solo qui, attraverso il mio blog.
In cosa consiste questo sfizio mio? Una roba che facevo tempo fa, per lavoro, per altri, e che avevo in mente da tanto di tornare a fare per me, all’occasione.
Come dicevo è una roba per gli aficionados, quindi ne parlo nel privèe.

 

 

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