Io Zerocalcare non lo comprendo, però lo leggo.
Infine sono costretto ad ammettere di non capirlo e comprenderlo di persona: non c’è un vero contatto, ci siamo troppo noi di mezzo, non ha l’armadillo immaginario al seguito che lo accompagna nei suoi fumetti, e questo mi spiazza. O ci spiazza entrambi.
Di persona siamo troppo reali.
E poi credo che lui mi percepisca alieno, troppo distante per età e per esperienze, boh. Quando ci incontriamo sento che Zerocalcare mi darebbe del lei, è molto timido, si troverebbe più a suo agio così, sono sicuro, e invece la mia affabilità invadente da giovine anziano gli impone il TU e un fare da amicone con ‘sto borghesotto caciarone barbuto che chicazz’è non l’ha capito mica bene.
Però magari mi legge, e lì mi riconosce suo simile, o qualcosa di simile.
Ci comprendiamo davvero solo leggendoci. O ci comprendiamo di più per come ci mostriamo in quella forma.
Il primo punto di contatto che abbiamo avuto è stato attraverso la lettura reciproca delle nostre robe fumettate. Lui dice che io sono bravo, io dico che lui è puro genio incontaminato, puro narratore, puro intrattenitore. Puro.
E ho ragione io, perché sono più anziano, anche se non così bravo come dice lui, e purtroppo non così puro, ma certe cose le capisco meglio di lui, giuraci, che continua a dire d’essere scarso e che ho preso un abbaglio.
Prendere un abbaglio su ‘sta materia, IO. Fammi ridere.
A proposito: lui mi fa ridere. Un certo registro ci accomuna nel modo di raccontare: parliamo di noi, di ciò che conosciamo, che viviamo, piccole e grandi cose. E ci piace farlo sulla linea di confine tra riso e malinconia, cogliendo le ironie, le autoironie.
Però lui fa ridere di più di quanto riesca io. Ha un cazzo di senso dell’humour che boh.
Cmq sono stato fortunato ad averlo conosciuto per mezzo della lettura. Altrove, nella vita analogica, non sarebbe mai accaduto.
M’è capitato Zerocalcare così. Mandò in redazione delle cose per la rivista Canemucco. Ci folgorò tutti all’unisono. La consueta polifonia vocale di “forse”, “boh”, “per me può andare”, “a me non piace”, quella voltà s’intonò in coro di “QUESTO SI’! ASSOLUTAMENTE SI’!”, seguito dagli allelujah. La storia era questa che segue e mi ci riconobbi in almeno sette paranoie su dieci (quando lessi “quello del tatuaggio” mi crepai, perché avevo avuto anch’io un tizio che mi perseguitava con… vabè, eccola)
Su Canemucco uscirono quattro storielle così.
Risultò essere uno degli autori più apprezzati dai lettori.
Però poi, in seguito, altrove, sugli scaffali di fumetteria e libreria, roba sua non ne vidi. Possibile?! Non è possibile. Non può essere possibile. Non deve.
Così, un giorno, dopo che avevo verificato quanta soddisfazione potesse regalare in tutti i sensi l’autoproduzione, gli chiedo: matù, Zero, hai materiale per accucchiare un libro che abbia un perché?
Qualcosa ce l’ho, sono storie brevi come quelle che conosci, dice lui, quelle coll’armadillo immaginario, ma nell’insieme raccontano una storia più grande che ho in corpo. Una storia vera, mia.
Manda, gli dico io.
E lui mi manda 136 tavole.
Centotrentasei tavole di risate (ma risate da piegarti, in certi punti) e dolore senza melò, raccontate con una leggerezza che boh, neanche invidia ho potuto provare. Solo ammirazione e desiderio di condividere.
Quindi, impaginato il tutto (veramente l’ha impaginato wally/ziaCiccio, come ogni volta, come ogni cosa), vado in tipografia e consegno. Dieci giorni dopo esce questo tomello meraviglia qui, 144 pagine, inclusa la mia prefa, di cm 24×17, stampato su carta ecologica (che Zerocal, non l’ho detto, è un fissato per ‘ste cose).
Ne porto un po’ a Lucca, vanno via, c’è anche Zerocalcare che ne autografa alcuni seduto in terra fuori dallo stand […]
Amici che l’hanno preso mi scrivono per dirmi bellissimo, bellissimo. Altri che conosco o non conosco o conosco cosìcosì e si sono procurati una copia chissacome, ne parlano nei loro blog.
Mi piace questa strada, quella del passaparola: è la migliore, la più ripida, la più crudele, ma quella con più grip.
Domani sera alle 19,30 Zerocalcare presenta per la prima volta UFFICIALMENTE il suo libro “La profezia dell’armadillo” alla fumetteria Quattrodita di Roma (ormai mia location preferita) in via dei Reti 42, zona San Lorenzo, e ci sarò pur’io, affabile, invadente giovine anziano. Contento.
Ah, se voleste acquistarlo online, costa 12 euro spedizione inclusa
ed è possibile farlo qui. Ormai siete esperti.
Vi verrà spedito subito, ché non ha personalizzazioni né nulla. Ormai siete esperti, ci siamo capiti anche su questo : )
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