Post Coitum – the play

Da recenti ricerche mi risulta che ho iniziato a realizzare illustrazioni di commento satirico all’attualità politica circa quattro anni fa. Così.
Il PD aveva appena sfornato il suo nuovo logo.

La mia prima vignetta satirica.

La data su questa vignetta, la mia prima, pubblicata su webgol.it, il blog del mio amico Antonio Sofi che mi spronò a provarmi in questa chiave, e un altro ennesimo grazie si accumula a tutti quelli che gli devo, la inchioda al 28 novembre 2007.
Quindi quasi quattro anni. Mi sembra ne siano passati quaranta.

In seguito, siccome son poco adatto a conformarmi al contenitore, e il mio registro s’estende volentieri fino all’humour crasso da avanspettacolo scordandosi dell’elegante misura poetica che sempre dovrebbe avere la satira, mi son sfogato nel mio tumblr.
Anche perché spesso e volentieri me la prendevo col Boss dei boss e non volevo coninvolgere terzi in apparizioni di roveti ardenti e pioggia di sangue in salotto.

Il Papa doveva averne detta un'altra sull'illeicità dell'aborto terapeutico. Non ricordo bene. Neanche Lui.

Anche il linguaggio poteva essere un problema per la pubblicazione sotto altrui egida.

Questa era per gli esuberi Alitalia che grazie alla mediazione di ghepensimì passarono da 7000 a 3250: UFF! Sospiro di sollievo! (Prima, nella trattativa del precedente governo mandata in vacca da ghepesimì, ne erano previsti solo 2500).

Con mia sorpresa, invece, si manifestarono quasi subito proposte di collaborazione. Una su quotidiano assai moderato, Liberazione, per voce di Mauro Biani che curava l’inserto settimanale di satira: Paparazzin. Da allora con Mauro ci si vuol bene e si son fatte tante cose: perlopiù gran mangiate.
Ricordo che su Paparazzin trovò il modo d’impaginare le mie tipiche strippone verticali.

Era l'estate dell'invasione russa in Georgia, e di Veltroni segretario del piddì. Che partì col torpedone per raccogliere 5miloni di firme per il cantagiro. O una roba del genere, non ricordo. Lui, invece, tenta ancora di dimenticare.

Ero ancora autore molto immaturo, ma anche Gianluca Neri di Macchianera.net mi diede uno spazio tutto mio e libertà di vigna. Fu un periodo molto importante. Macchianera era ed è uno dei blog multiautore più seguiti del web. Mi offrì un pubblico molto vasto e assai partecipe nei commenti. Crebbi molto lissù, e credo che proprio lì videro per la prima volta le mie cose Luca Sofri e Luca Bizzarri, entrambi amici di Gianluca, che mi dissero bravo, facceride.
Ci devo accendere un cero a San Luca.

Questa la metto perché è un bel ricordo. Mi chiamò Giovanni De Mauro di Internazionale per pubblicarla. Fu la mia prima, lissù...

...e poi pubblicò anche questa.

Questa invece fu rifiutata da l'Avvenire perché mancava il resto della sequenza.

Nonostante alcuni segnali e piccole conferme occasionali, come anche la vittoria quell’anno del premio pop Macchinera Blog Awards come miglior disegnatore web, che equivale a dire il meglio degli sfigati che non arrivano a fare della propria passione una professione, passato un certo periodo, abbastanza lungo, mi fermai e non pubblicai più vignette satiriche.
Ero saturo della deriva politica e sociale, più che di disegnarle. Ero passato dalla denuncia alla rinuncia.
Ero anche deluso dal mio girare a vuoto, lo ammetto. Dal mondo dei pro, tante pacche, ma nulla di concreto: restavo una comparsa da reclutare nelle scene di gruppo, o quando serve l’ubriaco.
Purtroppo anch’io, nonostante dica che mi basto da solo, ho bisogno di conferme.

Molto tempo dopo, convalescente da questa forma di negazione e di annatevenetuttiaffanculo, quasi casualmente iniziò a scapparmene spontanemente e serenamente qualcuna nel mio profilo Facebook. Il mio stile di disegno, ora, era maturato attraverso l’esperienza nel fumetto fatta in quell’intervallo di tempo. Per il resto alcune vigne erano imbecilli quanto prima.

Era il periodo che i protagonisti del serial "PDL, l'amore vince su ogni cosa se mena per primo" , iniziavano ad avere qualche screzio. Molti appassionati affermano questa sia stata la stagione migliore.

Berlusconi all'epoca ironizza continuamente sulla poca avvenenza di Rosy Bindi, poi s'asciuga il mento.

Marchionne ci spiega la globalizzazione ai suoi operai e perché le lettere di licenziamento ci avranno un francobollo di Bangkok stampato a Frosinone (UK).

Silvio vuol riscrivere tutto: il Codice Penale, il Codice Civile, la Costituzione, l'Odissea, Il Terzo Principio della Termodinamica. TUTTO, finché non risulta che alla fine Lui vince e si scopa la tizia, lì.. Pia qualcosa. Entro Pia.

Iniziavo a divertirmi di nuovo, e il tempo passava più lentamente. O più consapevolmente, come sempre quando ti imponi un esercizio mentale quotidiano. E soprattutto stavolta non speravo in nessun ritorno di nessun tipo, se non nella gratificazione di condividere e vedere commentate, da quei quattro amici di fb, queste vignette.
A quel punto, dopo un mio accenno di volontà di collaborazione lasciato cadere, privatamente, mesi prima alla fine di una divertente intervista grafica rilasciata al Post per l’uscita della mia rivista Canemucco, m’arriva la proposta di Luca Sofri di pubblicare le mie vignette in un mio blog personale su il Post.
Avevo già gran stima di Luca, ma di botto, aumentò. Vedi le volte…
Fu un bravo, mi fece sentire a mio agio, mi lasciò sperimentare e cercare la mia strada, ammesso ne esista una, e non mi censurò mai nulla. Discusso sì, censurato mai.
E così iniziai, e non mi fermai più. Quando mi diverto senza altri fini o aspettative è così. Ed è tutto gratuito: nel senso che lui non paga me e io non pago lui, in euro, ma ricchezza se ne accumula entrambi.
Prima fra tutte, per me, l’impagabile possibilità di sviluppare al massimo il mio personaggio preferito: il PresDelCons o anche l’Indimettibile S.

Ricordo che all'epoca arrivarono a promettergli che se fosse riuscito a pronunciare la frase "mi dimetto" subito dopo l'avrebbero eletto Dalai Lama. Ma non accettò di essere degradato.

Oggi, dopo quasi un anno e 300 e rotti vignette sul Post, alzo la testa dal monitor e mi dico: sono pronto, io sono sufficientemente maturo, i tempi sono MOLTO maturi, voglio raccoglierle in un bel volume di grandi dimensioni a far sì che raccontino quest’ultimo periodo politico dell’Italia, perché momenti come questi non se ne vedranno più per altri 50/60 anni minimo, quindi per me è l’ultimo passaggio della cometa e ai posteri va lasciata testimonianza.
E così ho fatto.
Ho scelto circa 240 (duecentoquaranta!) delle mie vignettone giganti uscite sul Post, che narrano la storia politica italiana percepita in questo ultimo anno. Le ho datate e commentate una per una, per contestualizzarle un minimo come ho fatto per queste quassù, e, miracolo, è riuscito proprio quello che avevo sperato si creasse: un racconto, non una raccolta.
Un racconto assai teatrale, una Tragedia, che ho diviso in 7 atti.
La Tragedia s’intitola Post Coitum.
Si chiama così perché questa ultima fase politica la vedo post orgasmica, e per la dx e per la sx. Ora si guarda il soffitto, e i problemi che per un attimo erano scomparsi nella passione del fottere e del fottersi, son tutti là, di nuovo, più grandi di prima.
La copertina parla da sola. Letteralmente.

 

Anche se io adoro la retrocopertina.

Proprio come per una messa in scena che si rispetti, un’idea così, un progetto così, non può lavorare al risparmio. Le vignettone verticali e dettagliate e ricche di dialoghi, come quelle che pubblico nel Post, non hanno mai trovato spazio sulla carta stampata, credo, soprattutto a causa del loro format che esige spazio, respiro, volume, centralità. Qui, le dimensioni contano.
Questa è stata la prima esigenza da risolvere con l’editore Bao Publishing, e s’è ragionato senza compromessi al ribasso per arrivare all’oggetto. Il volume è alto 34 cm, largo 18 e spesso 3, perché s’è scelta carta bella pesante, che tenesse bene il colore, che ce n’è tanto di colore in ogni pagina e deve cantare, tipo pala d’altare. 256 pale d’altare.
Carta naturale, ovviamente, niente patinature luccicose. Carta vera, non silicone.
Dice: io non mi rendo conto delle misure, così a vederle scritte, fammi un esempio pratico, qualcosa che abbia sottomano, di tangibile.
Bene: hai presente la soglia di marmo della finestrella del bagno? Ecco: hai presente.

‘Sto pezzo di travertino, l’editore, che ha investito sulla tiratura, ha potuto portarlo al pubblico con un prezzo di copertina di 24,50 Euro, invece dei 50 Euro che avrei dovuto imporre io se me lo fossi prodotto da solo nelle solite mille copie.

Non voglio farla lunga, o più lunga di quanto già non sia: è una delle cose migliori che abbia realizzato su carta. Ci sono io, c’è la prefazione di Luca Sofri, c’è l’introduzione di Luca Bizzarri (amici web di lunga data, non marchette per l’occasione), c’è la storia, ci son gli attori, c’è Silvio e tutta la Banda: una delle migliori compagnie drammatiche che abbiano mai calcato il palcoscenico. C’è tutto.

Il libro sarà disponibile nelle librerie dalla metà di ottobre. Però, chi lo preordina sul sito Bao, lo riceverà con due settimane di anticipo e senza alcuna spesa di spedizione. Praticamente a fine settembre. Se andate al link c’è anche una preview delle prime 20 pagine di contenuto (introduzioni e prefazione sono state escluse) sfogliabili col sistema Issu.

Poi, al solito, c’è la versione per i malati pazzi come me.
Sono riuscito a farmene tirare 200 pezzi su carta Fedrigoni Canova da 170g (non voglio dire altro se non Amen!) e con copertina su carta Fedrigoni Sirio Pearl Ice White da 300g (non voglio dire altro se non Allelujah!) con una grafica diversa, che il tipografo ancora porta il bottone nero al bavero per il lutto di avergli estorto ‘sta condizione che comporta ristampa della cop e spessore diverso del dorso.
In più, questa versione limitata e numerata da freak, oltre la dedica personalizzata all’acquarello in apertura, avrà le 8 illustrazioni delle 8 pagine interne che fanno da copertina e conclusione agli 8 atti della tragedia (nell’edizione standard sono in bianco e nero) colorate singolarmente volume per volume e una per una all’acquarello da me medesimo e firmate.
Comunque, questo è un discorso da continuare a parte tra di noi e con un certo pudore.

Per ora è tutto. Magari se ne riparlerà ancora più avanti, al ritorno da Forte dei Marmi dove, sabato 10, saprò se m’è stato assegnato il XXXIX Premio Internazionale di Satira come miglior disegnatore (il premio è proprio così: grassetto).
È un punto d’orgoglio per me, che come ho sempre detto ho un buco nero nell’autostima, anche il solo essere stato preso in considerazione per un riconoscimento così prestigioso che ha quasi la mia età, e in una categoria che non si trascina la parolina web appresso come una timida comparsa o un caratterista che ha ben interpretato quei tre minuti in cui fa l’ubriaco.
Se mai dovesse essere, incrocio le dita, in definitiva avrà vinto proprio il Web: leading role.
[UPDATE]: Ennò, poi il premio l’ho vinto proprio io me da solo! e in culo al webbe, ma pensa te, c’è il nome MIO c’è…

 

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21 risposte a Post Coitum – the play

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