Una settimana fa, a Sassari, ero lì per un incontro in libreria, nel pomeriggio vagando per un parco, magnifico, guardando per aria gli alberi, che mi piacciono gli alberi, sono sceso agilmente da un gradone immaginandolo 20 cm più basso di quanto era, e mi sono insaccato sul mio ginocchio fesso e distratto che s’è torto e ha fatto crock.
Non racconto il viaggio di ritorno che saprebbe di paziente inglese.
Al ritorno mi sono messo a riposo: è l’unica cosa.
Domenica scorsa mi sentivo meglio. Potevo camminare, un po’, con calma e attenzione, quindi ho proposto “Andiamo da IKEA a far compere! Che tanto è una roba tranquilla l’IKEA la domenica“.
Ora son qui con la stampella appoggiata alla sedia e il gambone dritto su un cuscino che scrivo ‘ste righe.
E scrivo per scusarmi, tardivamente, con mario della Fumetteria Arcadia di Bergamo in cui era previsto un incontro questo sabato.
Comunque i volumi de Ladolescenza previsti glieli spedisco, così chi li aspetta troverà almeno quelli.
Ah, nell’immobilità forzata c’è un risvolto positivo: posso riprendere la personalizzazione degli albi dei santi apostoli che aspettano con pazienza giobbìaca. E poi m’hanno promesso che se non mi do da fare mi portano in pari con l’altro ginècc
8 risposte a i dolori del vecchio mak