La prima volta che ho incontrato Sergio Staino è accaduto a Ferrara in occasione della festa di Internazionale. Ero lì paraivitato lateralmente al bookshop che facevo dediche quando arriva lui, si siede e mi dice un sacco di cose belle.
Ora, che le cose belle te le dicano illustri colleghi, capita eh! Ma capita tipo “Sei bravo, sai? Ti leggo su Donna Moderna” (???), o “Ah, finalmente ti conosco Maddox. Mi fa morire come fai la Meloni, la minitroia” (a parte che è la ministronza, e che è di Spataro, correggo io), “Ah, e bravo, bravo Spatox, continua eh!”; quindi ci sono abbastanza abituato.
Ma Staino conosceva me e le mie vigne, nel senso che recitava a memoria quelle che lo avevano colpito. Capito? Lui le recitava a me.
A memoria non me le ricordo manco io.
Checcazzo vuoi dire di più?
M’ha commosso.
M’ha dato sensazione di aver prodotto qualcosa che ha un valore assoluto più di quanto me l’aveva, o me l’avrebbe potuta dare, un qualsiasi premio.
Incontrai Staino in una seconda occasione in cui mi salvò il culo perché dovevo parlare davanti a millemila persone e anche davanti a Civati e la Serracchiani che avevano lo sguardo da “dai, facce ride, ORA, cazzone”.
E Lui mi salvò, sì, lanciandomi come pippo baudo con un esordiente, e bene o male la sfangai. Anche quella volta, improvvisando, recitò una mia vigna.
Allora presi coraggio e gli chiesi di accompagnarmi in questa presentazione a Roma.
Disse sì.
Non voglio farla lunga: non parlo quasi mai, se proprio non mi sbotta da dentro, di altri autori di fumetto e satira, ho le mie idee, non le condivido, non è utile in senso assoluto.
A me è sempre piaciuto Staino per una ragione semplicissima e intuibile: le sue cose sono narrative, sono simili a sit-com. Chi mi conosce ha compreso, non devo dire altro.
Mercoledì 7 alla Mel di Via Nazionale a Roma, ore 18.00, saremo lì, Sergio Staino (Bobo) e io (Spaddox), e altri amici che si fanno mille chilometri per esserci, perché questa non si può perdere.
4 risposte a mercoledì 7 a Roma con Bobo